sabato 29 aprile 2017

Darla & Daniel #18

Visto che c'è qualche giorno di festa, e ne voglio approfittare rilassandomi un po', vi ho preparato un capitolo della blog novel Darla &  Daniel abbastanza esteso da impegnarvi nella lettura per un po'  :P


- CAPITOLO 18 -


Era difficile spiegare quello che provava. La conoscenza l’aveva sicuramente resa più forte, ma allo stesso tempo il peso di alcune verità erano difficili da ignorare. Tutto aveva acquisito un significato diverso. La concezione del tempo soprattutto.
Daniel la stava aspettando in un’altra stanza della casa. Si tormentava nervosamente le mani nell’attesa di sapere. Ripeteva a sé stesso che sarebbe stato in grado di accettare qualsiasi segreto lei gli avesse rivelato, ma non si sentiva più tanto sicuro di ciò che lo circondava dopo il rapimento.
Si era reso conto di non sapere nulla di quella cittadina e tanto meno delle persone che vi abitavano, alcune delle quali nascondevano importanti segreti. Una di queste era Darla, proprio la persona a lui più vicina.
Darla stava percorrendo il corridoio e ogni due passi faceva una pausa, per meglio ascoltare i suoi pensieri che si sovrapponevano e doveva sbrogliare.
“Eccomi qui”. Si sedette vicino accarezzandogli un ginocchio con la mano.
Daniel si girò verso di lei con in volto il segno dell’apprensione.
“Cercherò di spiegarti le cose in modo semplice, e se c’è qualcosa di poco chiaro, non esitare a domandare, okay?”
“Ti interrompo subito. Stiamo per morire?”
“No”
“Bene, questa sì che è una bella notizia”. Finalmente un sorriso seppure leggero comparve sul suo viso.
“È una lunga storia Daniel e non so da dove cominciare”
“Parti dall’inizio, è sempre la cosa migliore”
“Quello è facile” disse Darla sorridendo in modo sarcastico. “Tutto ha avuto inizio quando mia mamma ha portato un pugnale da uno dei suoi viaggi intorno al mondo”
“Tutto questo casino per un pugnale?”
“Non è un pugnale comune Daniel!”
“È quello che hanno sequestrato i poliziotti?”
“No. Si. No”
“Deciditi Darla!”
“No, quello era un falso”
“E l’originale dov’è allora?”
“Ce l'ho io Daniel. È mio oramai”
“Cosa significa oramai?”
“Non l’ho rubato se è quello che pensi”
Nella stanza l’aria aveva smesso di girare, e le orecchie facevano quasi male tanto era denso il silenzio che scese tra loro. Delle voci sussurrate in lontananza, come una eco, ruppero l’incanto. L’aria fu improvvisamente fesa dal pugnale fuoriuscito dalla parete alle loro spalle, come se fosse stato appena lanciato da qualcuno, e si incastonò nel quadro appeso alla parete davanti ai loro occhi.
“Ecco appunto!” esclamò Darla, scoraggiata.
Daniel si girò di scatto a guardarsi le spalle. Non c’era nessuno nella stanza con loro.
“E quello da dove è uscito?”
“Dal muro! L’ho lanciato io mezz'ora fa”. Sospirò pesantemente.
“Fammi capire. Dove hai lanciato esattamente il pugnale?”
“Dall'altra stanza, cioè dalla stanza situata nell’ala ovest della casa”
“Stai scherzando?”
“No”.
“Mi stai dicendo che il pugnale è passato attraverso i muri della casa, il giardino e quant’altro c’è in mezzo, per arrivare in questa stanza e conficcarsi nel quadro?”
“Più o meno!”
“Praticamente si è fatto un giro della casa per mezz’oretta. Ma certo! Cosa vuoi che ci sia di strano in tutto ciò?”
A Darla veniva da piangere e ridere allo stesso tempo. Le espressioni di Daniel erano così buffe e incredule che le facevano tenerezza. Se solo fosse riuscita a spiegargli come funzionava!
Si alzò per recuperare il pugnale. Le bastò allungare il braccio senza toccarlo, e se lo ritrovò nella mano.
“Stai cercando di dirmi che hai dei poteri paranormali?”
“No. Il pugnale ha vita propria. È lui ad essere magico, non io. Io non posso spostare gli oggetti, non almeno senza di esso.”
“Cioè?”
Darla decise di fare una dimostrazione pratica, per meglio fargli capire.
Con il pugnale ancora nella mano, allungò l’altra mano e richiamò a sé il portacenere sul tavolino che volò nella sua mano come attratto da una calamita.
“Oh cavoli! È per questo allora che Samanta lo voleva?”
“Non esattamente!”
“Vuoi dire che ha altri poteri?”
“Probabile, non so esattamente cosa sia in grado di fare questo pugnale, ma so quello che mi ha dato”
Si sedette vicino a lui, presa dall’entusiasmo che lui potesse realmente capire.
“So tutto su quello che è successo nel mondo, nell’universo”, glielo disse con emozione, guardandolo dritto negli occhi. “So la verità”
“La verità? Quale verità Darla?”
“Sul mondo Daniel! Su come funziona l’universo dall’origine dei tempi fino ad oggi. Il potere della Conoscenza.”
In lui ora c’era turbamento, repulsione, paura.
“Cosa mi stai dicendo?” Che il pugnale ti ha dato l’Illuminazione?”
“No Daniel, non è così. Il sapere dell’universo scorre dentro ognuno di noi. Il pugnale ha solo il potere di sbloccare la memoria remota, e permettere alla nostra mente, alla coscienza, di accedervi. Il pugnale è una guida.”
Daniel la guardava con espressione interrogativa.
“Vedi siamo tutti collegati, gli uni agli altri. Tutti partecipano alla vita, alla continuità dell’universo. A noi la scelta su come farlo.”
“Il pugnale è una Guida? Per raggiungere che cosa?”
Darla faticava a fargli comprendere l’importanza delle sue scoperte. In realtà, più cercava di spiegargli, e più aumentavano le domande che lo stavano portando in un labirinto senza via di uscita. Era rischioso continuare su quella strada, avrebbe potuto confonderlo irrimediabilmente, influendo sul suo destino.
“Non è necessario che tu capisca tutto ora Daniel ma se puoi, fidati di me.”
... to be continued ...
Alla prossima

4 commenti:

  1. Da brividi, Marina! Non che mi abbia messo paura la ountata però mi sono chiesta: e se esisresse davvero un pugnale (o altro oggetto) con simili poteri e finisse nelle mani sbagliate? Ci pensi a cosa potrebbe accadere? Che poi, con una simile conoscenza,tutte le mani potrebbero essere sbagliate perchè l'essere umano è debole, in fondo.
    Complimenti stella! Hai creato una bellissima storia. Chissà come continuerà. Certo che per i due ragazzi e il loro rapporto la vedo dura da qui in avanti

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    1. Hai centrato proprio il punto Pat, l'essere umano è debole. Adesso conoscendo l'oggetto del contendere si capisce anche meglio il ruolo di Samanta e la sua bramosia. Cosa saresti disposta a fare per ottenere un oggetto con un simile potere? E' una prova che metterebbe in crisi chiunque ;)
      Un abbraccio
      Marina

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    2. Cosa sarei disposta a fare io? Sinceramente non lo so. Forse mi lascerei vincere dalla paura dell'ignoto e lascerei perdere. A meno che non si possa tornare indietro e restituire il pugnale.. cosa che dubito fortemente :)
      Bacio e buona domenica

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    3. La paura è un gran deterrente in molte situazioni, anche più banali di questa, ma ci sono persone che non si fermano davanti a niente!
      Buona domenica Pat ;)
      Marina

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