- CAPITOLO 18 -
Era
difficile spiegare quello che provava. La conoscenza l’aveva sicuramente resa
più forte, ma allo stesso tempo il peso di alcune verità erano difficili da ignorare.
Tutto aveva acquisito un significato diverso. La concezione del tempo soprattutto.
Daniel
la stava aspettando in un’altra stanza della casa. Si tormentava nervosamente
le mani nell’attesa di sapere. Ripeteva a sé stesso che sarebbe stato in grado
di accettare qualsiasi segreto lei gli avesse rivelato, ma non si sentiva più
tanto sicuro di ciò che lo circondava dopo il rapimento.
Si
era reso conto di non sapere nulla di quella cittadina e tanto meno delle persone
che vi abitavano, alcune delle quali nascondevano importanti segreti. Una di
queste era Darla, proprio la persona a lui più vicina.
Darla
stava percorrendo il corridoio e ogni due passi faceva una pausa, per meglio
ascoltare i suoi pensieri che si sovrapponevano e doveva sbrogliare.
“Eccomi
qui”. Si sedette vicino accarezzandogli un ginocchio con la mano.
Daniel
si girò verso di lei con in volto il segno dell’apprensione.
“Cercherò
di spiegarti le cose in modo semplice, e se c’è qualcosa di poco chiaro, non
esitare a domandare, okay?”
“Ti
interrompo subito. Stiamo per morire?”
“No”
“Bene,
questa sì che è una bella notizia”. Finalmente un sorriso seppure leggero
comparve sul suo viso.
“È
una lunga storia Daniel e non so da dove cominciare”
“Parti
dall’inizio, è sempre la cosa migliore”
“Quello
è facile” disse Darla sorridendo in modo sarcastico. “Tutto ha avuto inizio
quando mia mamma ha portato un pugnale da uno dei suoi viaggi intorno al mondo”
“Tutto
questo casino per un pugnale?”
“Non
è un pugnale comune Daniel!”
“È
quello che hanno sequestrato i poliziotti?”
“No.
Si. No”
“Deciditi
Darla!”
“No,
quello era un falso”
“E
l’originale dov’è allora?”
“Ce
l'ho io Daniel. È mio oramai”
“Cosa
significa oramai?”
“Non
l’ho rubato se è quello che pensi”
Nella
stanza l’aria aveva smesso di girare, e le orecchie facevano quasi male tanto
era denso il silenzio che scese tra loro. Delle voci sussurrate in lontananza,
come una eco, ruppero l’incanto. L’aria fu improvvisamente fesa dal pugnale
fuoriuscito dalla parete alle loro spalle, come se fosse stato appena lanciato
da qualcuno, e si incastonò nel quadro appeso alla parete davanti ai loro occhi.
“Ecco
appunto!” esclamò Darla, scoraggiata.
Daniel
si girò di scatto a guardarsi le spalle. Non c’era nessuno nella stanza con
loro.
“E
quello da dove è uscito?”
“Dal
muro! L’ho lanciato io mezz'ora fa”. Sospirò pesantemente.
“Fammi
capire. Dove hai lanciato esattamente il pugnale?”
“Dall'altra
stanza, cioè dalla stanza situata nell’ala ovest della casa”
“Stai
scherzando?”
“No”.
“Mi
stai dicendo che il pugnale è passato attraverso i muri della casa, il giardino
e quant’altro c’è in mezzo, per arrivare in questa stanza e conficcarsi nel
quadro?”
“Più
o meno!”
“Praticamente
si è fatto un giro della casa per mezz’oretta. Ma certo! Cosa vuoi che ci sia
di strano in tutto ciò?”
A
Darla veniva da piangere e ridere allo stesso tempo. Le espressioni di Daniel
erano così buffe e incredule che le facevano tenerezza. Se solo fosse riuscita
a spiegargli come funzionava!
Si
alzò per recuperare il pugnale. Le bastò allungare il braccio senza toccarlo, e
se lo ritrovò nella mano.
“Stai
cercando di dirmi che hai dei poteri paranormali?”
“No.
Il pugnale ha vita propria. È lui ad essere magico, non io. Io non posso
spostare gli oggetti, non almeno senza di esso.”
“Cioè?”
Darla
decise di fare una dimostrazione pratica, per meglio fargli capire.
Con
il pugnale ancora nella mano, allungò l’altra mano e richiamò a sé il
portacenere sul tavolino che volò nella sua mano come attratto da una calamita.
“Oh
cavoli! È per questo allora che Samanta lo voleva?”
“Non
esattamente!”
“Vuoi
dire che ha altri poteri?”
“Probabile,
non so esattamente cosa sia in grado di fare questo pugnale, ma so quello che
mi ha dato”
Si
sedette vicino a lui, presa dall’entusiasmo che lui potesse realmente capire.
“So
tutto su quello che è successo nel mondo, nell’universo”, glielo disse con
emozione, guardandolo dritto negli occhi. “So la verità”
“La
verità? Quale verità Darla?”
“Sul
mondo Daniel! Su come funziona l’universo dall’origine dei tempi fino ad oggi. Il
potere della Conoscenza.”
In
lui ora c’era turbamento, repulsione, paura.
“Cosa
mi stai dicendo?” Che il pugnale ti ha dato l’Illuminazione?”
“No
Daniel, non è così. Il sapere dell’universo scorre dentro ognuno di noi. Il
pugnale ha solo il potere di sbloccare la memoria remota, e permettere alla nostra
mente, alla coscienza, di accedervi. Il pugnale è una guida.”
Daniel
la guardava con espressione interrogativa.
“Vedi
siamo tutti collegati, gli uni agli altri. Tutti partecipano alla vita, alla
continuità dell’universo. A noi la scelta su come farlo.”
“Il
pugnale è una Guida? Per raggiungere che cosa?”
Darla
faticava a fargli comprendere l’importanza delle sue scoperte. In realtà, più
cercava di spiegargli, e più aumentavano le domande che lo stavano portando in
un labirinto senza via di uscita. Era rischioso continuare su quella strada,
avrebbe potuto confonderlo irrimediabilmente, influendo sul suo destino.
“Non
è necessario che tu capisca tutto ora Daniel ma se puoi, fidati di me.”
... to be continued ...
Alla prossima
Da brividi, Marina! Non che mi abbia messo paura la ountata però mi sono chiesta: e se esisresse davvero un pugnale (o altro oggetto) con simili poteri e finisse nelle mani sbagliate? Ci pensi a cosa potrebbe accadere? Che poi, con una simile conoscenza,tutte le mani potrebbero essere sbagliate perchè l'essere umano è debole, in fondo.
RispondiEliminaComplimenti stella! Hai creato una bellissima storia. Chissà come continuerà. Certo che per i due ragazzi e il loro rapporto la vedo dura da qui in avanti
Hai centrato proprio il punto Pat, l'essere umano è debole. Adesso conoscendo l'oggetto del contendere si capisce anche meglio il ruolo di Samanta e la sua bramosia. Cosa saresti disposta a fare per ottenere un oggetto con un simile potere? E' una prova che metterebbe in crisi chiunque ;)
EliminaUn abbraccio
Marina
Cosa sarei disposta a fare io? Sinceramente non lo so. Forse mi lascerei vincere dalla paura dell'ignoto e lascerei perdere. A meno che non si possa tornare indietro e restituire il pugnale.. cosa che dubito fortemente :)
EliminaBacio e buona domenica
La paura è un gran deterrente in molte situazioni, anche più banali di questa, ma ci sono persone che non si fermano davanti a niente!
EliminaBuona domenica Pat ;)
Marina